La nostra storia

I Fragole e Tempesta ed altre storie di musica e vita in montagna

 Racconti di Giulia Betti e Giorgio Spanos

 

Giulia:

Sono cresciuta a Bologna, in una famiglia numerosa. A 9 anni amavo disegnare e mi dilettavo nei primi esperimenti musicali sulla chitarra di mio padre, imparando gli accordi più semplici. 

Abitavamo a Bologna, ma i ricordi più belli sono quelli delle vacanze estive a Monteombraro, sull’appennino modenese, dove i miei genitori prendevano in affitto per l’estate una vecchia casa in sasso situata ai margini del bosco. Nonostante ci passassi solo l’estate quei panorami e quei profumi mi andavano dritti al cuore. Durante quelle belle giornate  ho imparato ad amare le montagne, i boschi e gli animali ed è stato allora che ho capito che in quei luoghi io ci volevo andare a vivere. Essendo allora un po’ piccolina per prendere decisioni per me e per la mia famiglia, decisi di conservare questo desiderio nel profondo del mio cuore, nutrendolo di frequenti passeggiate in montagna, in attesa di possedere l’indipendenza dell’età adulta. 

Con il passare degli anni ho mantenuto ben salde le mie passioni. Musica, disegno e natura  sono sempre state le mie ancore di salvezza in tutte le fasi della crescita. In famiglia mi hanno  cresciuto a suon di concerti di musica blues, musica indiana, africana, tenendo così sempre vivo in me l’interesse per la musica “alternativa”. Ho frequentato il Liceo artistico Arcangeli di Bologna, scuola a cui devo tantissimo. Durante le numerose ore di disegno figurato e ornato era non  solo concesso ma addirittura consigliato dai professori, l’ascolto di musica con il lettore cd e gli auricolari, allo scopo di migliorare la concentrazione e favorire la creatività. Ho amato quelle ore, passate con le matite colorate in mano e le mie canzoni preferite nelle orecchie. Nello stesso periodo ho iniziato a suonare il basso in un gruppo di amici e a frequentare tanti coetanei che come me avevano la passione per la musica. 

Giulia al basso con i Technocracy

Nel 2006 ho conosciuto Giorgio, all’epoca lui suonava la chitarra elettrica in svariati gruppi. Con una formazione suonava cover blues e soul e poi c’era il gruppo metal. In men che non si dica entrai a far parte anch’io della band diventandone la bassista. Con i Technocracy, così ci chiamavamo, sono stati anni divertenti, fatti di musica a massimo volume in sala prove, serate con amici fino a tardi e qualche sporadico concerto dal vivo. Io sfoggiamo una bella chioma di capelli tinti di nero corvino e mi divertivo un bel po’. 

 

Giorgio:

Sono nato a Bologna e fin dalle piccolo è cresciuta in me una grande passione per la musica. Ho avuto la fortuna di avere una maestra specifica che  nel corso dei 5 anni delle elementari ci ha insegnato a leggere la musica e a suonare il flauto dolce facendoci fare percorsi didattici molto stimolanti. In casa mia c’è sempre stata tanta musica. Mio nonno materno era un appassionato di musica lirica mentre mio padre mi ha sempre fatto ascoltare la musica popolare della Grecia, suo paese natale.

Arrivato alle medie ho frequentato una sezione sperimentale musicale, dove oltre alle lezioni ordinarie del mattino, c’erano due ore di strumento e due ore di solfeggio pomeridiane. Come strumento scelsi il flauto traverso, trovandolo la giusta evoluzione del flauto dolce che tanto avevo amato alle elementari. Crescendo imparai anche a conoscere musica più “moderna” e insieme ai miei compagni di classe, sullo stimolo datoci dai nostri insegnanti di musica, imparammo a conoscere gruppi come Beatles, Rolling Stones e Led Zeppelin e da lì nacque in me il desiderio di imparare uno strumento col quale potermi divertire con quelle “nuove” musiche: la chitarra.

Imparai i primi accordi da solo e poi frequentai un corso di chitarra classica di un anno. All’arrivo della mia prima chitarra elettrica cominciai ad esplorare anche i suoni distorti della musica metal. Con gli amici fondammo un gruppo musicale e cominciammo a fare le prove in una saletta gestita dal quartiere. Ricordo ancora distintamente la puzza di muffa che c’era li dentro! Col tempo decisi di allargare i miei confini chitarristici e presi lezioni da Romano Trevisani, che mi insegnò il blues, le basi del jazz nonché mi aiutò molto a migliorare la lettura e la tecnica. Nel 2006 conobbi Giulia e insieme militammo nel gruppo metal Technocracy, che ci ha regalato tante belle serate in sala prove con gli amici, pochi concerti ma molto intensi e un leggero acufene cronico causato dai volumi esagerati delle chitarre!

Intanto il flauto traverso era finito nell’armadio, dimenticato, inadatto alla musica che al momento mi entusiasmava. Ma sapevo che prima o poi sarebbe rinato l’amore.

 

Giulia:

Dal 2010 io e Giorgio, oltre che continuare a condividere la musica e l’amicizia, siamo diventati compagni di vita. Insieme ci siamo trasferiti in un piccolissimo bilocale a piano terra sito in via delle Fragole a Bologna. Qui abbiamo vissuto per quattro anni condividendo i pochi spazi della casa con il cane Milo e il gatto Camillo.

Sempre nel 2010 la nostra passione per la musica ci ha portati alla scoperta dell’esistenza di una serie di iniziative, scuole e gruppi di persone, dedicati alla musica e ai balli  popolari nella nostra città. Siamo stati accolti in un ambiente vivo e allegro, che ci ha subito contagiati. Un modo di soddisfare quel profondo bisogno di legami autentici tra le persone che la società moderna tende a reprimere. 

Mia sorella Linda quell’anno ha iniziato il corso di balli popolari della polisportiva Masi di Casalecchio di Reno tenuto da Umberto Bonfà e mia sorella Greta, più o meno nello stesso periodo,ha iniziato il corso di organetto, sempre alla Masi, inizialmente con Maurizio Berselli e poi con Paolo Palmieri. A casa abbiamo iniziato ad accompagnare Greta con chitarra e percussioni, imparando così a nostra volta il repertorio di brani che le veniva insegnato.

 

Giorgio:

Alla fine dell’ estate del 2010 il gruppo metal aveva estinto la sua fiamma creativa e si era sciolto. Successe che Greta, la sorella più piccola di Giulia, cominciò a frequentare il corso di organetto diatonico tenuto da Maurizio Berselli, e noi cominciammo a fare esperimenti  suonando insieme a lei. Quello che ci portava era davvero esaltante per me, finalmente scoprivo un repertorio di musica tradizionale della regione in cui abitavo! Dovete capire che per me è stato una scoperta sconvolgente.

Infatti, come detto prima, in casa mia ho sempre ascoltato la musica tradizionale della Grecia e andando a trovare i miei parenti, ero sempre finito ai πανηγύρι (panigiri), ovvero le feste patronali che venivano fatte in ogni paesino della Grecia, specialmente per Ferragosto. L’atmosfera era incantata, soprattutto agli occhi di un bambino, con maiale allo spiedo, vino e soprattutto musica e balli,stranissimi alle mie orecchie e ai miei occhi, che risuonavano fino all’alba per il paesello dei miei nonni. Un’ immagine davvero fiabesca! Quindi scoprire che c’era stato qualcosa di simile nel territorio in cui avevo sempre vissuto mi era sembrato fantastico. Era giunta l’ora di spolverare il flauto!

Piano piano ripresi a suonarlo e imparai quelle melodie schiette e sincere che sentivo per la prima volta. Da li ci si aprì un mondo, letteralmente. Conobbi il mondo delle danze popolari, i suonatori e scoprii l’esistenza di strumenti musicali antichi e incredibili. Iniziammo anche a suonare per strada, insieme a Greta, a loro padre Vanes e all’altra sorella di Giulia, Linda.

 

Giulia:

Nel 2011 per scherzo e per divertimento è nato il gruppo “famigliare” Diatonic: Greta all’organetto, io al basso, mio padre Vanes alla chitarra e Linda alle percussioni. Nel 2012  ho iniziato il corso di balli alla Masi. Lo stesso anno si è aggiunto alla formazione Diatonic anche Giorgio, inizialmente suonando il mandolino, poi anche il flauto traverso e la chitarra. Da qui abbiamo cambiato il nome in Chiorbamanta (il nome è l’insieme delle prime sillabe degli strumenti che suonavamo nella formazione: CHItarra, ORganetto, BAsso, MANdolino e TAmburello). Nel gennaio 2013 si è unito al gruppo Paolo, un amico di vecchia data di mio padre, come cantante e violinista. Durante quell’inverno abbiamo iniziato ad allargare il repertorio e a trovarci spesso per suonare insieme in sala prove. Così facendo dalla successiva primavera avevamo pronto un bel repertorio di musiche e tanta voglia di suonare. Dal marzo 2013 abbiamo iniziato a suonare come artisti di strada, principalmente a Bologna e Modena, proponendoci come gruppo musicale nelle varie feste, sagre o nei locali. 

Dal novembre 2013 io e Giorgio abbiamo lasciato Bologna e ci siamo trasferiti sull’appennino, a Campaduno, antica borgata in sasso avvolta tra i boschi dell’appennino bolognese in Valle di Savena, dando inizio ad un nuova e importante avventura, che ci ha resi consapevoli delle nostre vite e del nostro tempo. La realizzazione del mio più grande sogno, che portavo nel cuore fin da bambina. I silenzi del bosco e l’alternarsi delle stagioni, ci hanno profondamente cambiati. Fin da subito abbiamo iniziato a fare l’orto, imparando ad autoprodurre anziché comprare. In inverno ci riscaldiamo con la legna del bosco che ci circonda. La vita in montagna ci ha permesso di approfondire ciò che avevamo iniziato in città, studiando in maniera sempre più accurata la cultura popolare e contadina, studiando musica, ascoltando racconti, esperienze di vite passate e presenti. Un percorso che è tuttora  in corso e che ci sta portando sempre più ad amare ciò che facciamo ogni giorno.

Mentre prendevamo confidenza con la nostra nuova vita da montanari continuavamo a suonare. Il progetto Chiorbamanta si è concluso nel novembre 2014 ed è stata un’esperienza allegra e formativa, perché ci ha portati a muovere i primi passi nel mondo del folk bolognese e delle città limitrofe. Dopo un anno in montagna  la nostra vita era profondamente cambiata e avevamo tanti progetti per il nostro futuro. 

Il 2 dicembre 2014 io, Giorgio e Linda abbiamo fondato i Fragole e Tempesta, sempre più decisi nel voler continuare a suonare e a occuparci di musica popolare. All’inizio del 2015 io e Giorgio abbiamo iniziato a frequentare il corso di balli popolari della proloco di Pianoro, tenuto da Gloria Clyde, cominciando così a perfezionare i brani in repertorio, rendendoli il più possibili adatti al ballo.

 

Giorgio: 

Nel frattempo conobbi Stefano Tommesani della Associazione della Furlana che mi diede due preziosi consigli: il primo è che se volevo suonare da ballo DOVEVO saper ballare e secondo, che ogni repertorio ha i suoi strumenti e che se avessi voluto suonare il repertorio emiliano la mia strada era il violino. Mi sembrò una cosa assurda. Come si poteva imparare a suonare il violino così su due piedi, visto che da sempre è considerato lo strumento più difficile da suonare per antonomasia?

Ci volle una bella nevicata, che ci bloccò a casa per qualche settimana. Mi misi davanti alla stufa e, visto che conoscevo più o meno le posizioni delle note, avendo precedentemente imparato a strimpellare il mandolino, poco alla volta, fra una stonata e l’altra, fra un fischio e un suono sgradevole, cominciavo a riuscire a suonare alcune semplici melodie. Ci volle tanto tempo e ancora oggi mi ritengo all’inizio del cammino.

Sempre Stefano mi chiamò per farmi una proposta di quelle che capitano solo se una cosa la si vuole davvero. Gli serviva uno zampognaro che girasse con lui per natale, visto che il suo socio aveva dovuto ritirarsi per motivi di salute. Mi avrebbe insegnato a suonare la piva e mi avrebbe prestato uno strumento completo per esercitarmi e imparare il repertorio. Fu fantastico! Essere avvolti da quel suono così antico e possente mi emoziona tutt’oggi. Poter suonare uno strumento che un tempo riecheggiava nell’appennino emiliano e in generale in tutto il norditalia mi riempì di una grande gioia. Da quel momento ero un suonatore di Piva!

A proposito dell’imparare a ballare un’altra persona a cui devo tanto e Gloria Clyde, esperta ballerina che organizza da anni un appuntamento settimanale a Pianoro, dove si imparano e ripassano le danze popolari. Ricordo ancora la prima volta che mi affacciai nella sede della Proloco di Pianoro. Giulia, avendo già frequentato i corsi della Masi era disinvolta e conosceva già i passi. Io mi misi a sedere e Gloria, in modo gentile ma fermo, mi catapultò a ballare il mio primo Monecò. Con le basi che stavo acquisendo in quel di Pianoro, mi feci più temerario e alle feste a cui andavo cominciai a lanciarmi sempre di più nelle danze e ad osservare con più coscienza i ballerini più esperti. Con Gloria è nata un’amicizia e una collaborazione che ci ha regalato tanti bei momenti di festa. 

 

Giulia:

Nell’autunno 2015 ho iniziato a frequentare il corso di organetto tenuto da Maurizio Berselli, sempre alla polisportiva Masi. Abbiamo potuto così approfondire la conoscenza con Maurizio e i suoi Suonabanda, gruppo storico di Modena, con cui abbiamo instaurato un rapporto di amicizia e di collaborazione musicale. 

Nell’estate del 2016 è nata la Tribanda, ovvero un progetto musicale in cui collaborano tre gruppi musicali ovvero Fragole e Tempesta, i Suonabanda e i mantovani Musicanti d’la bàsa. Progetto nato inizialmente come proposta di concerto a gruppi alternati con l’aggiunta di qualche brano suonato insieme, con il passare del tempo e l’aumentare della “confidenza musicale” tra i suonatori è diventato un gruppo ben affiatato che vanta un bel repertorio variopinto con diversi brani arrangiati in modo tale da essere suonati tutti insieme. Gradualmente ci siamo accorti dell’importanza di condividere la nostra passione con altri “colleghi” suonatori e le collaborazioni musicali sono diventate frequenti e fonte di grande interesse e divertimento per noi. 

Dall’inverno 2017/18  a Modena, insieme alla Tribanda, abbiamo avviato una collaborazione con la Società del Sandrone di Modena, con la quale abbiamo realizzato il Carnevale degli Sgorghigueli. Ad oggi siamo alla terza edizione. Dall’estate 2018 Linda si è gradualmente allontanata dai Fragole e Tempesta per dedicarsi ad altri progetti di vita e di lavoro. Nell’autunno del  2018, assieme agli altri suonatori della Tribanda, abbiamo avviato la collaborazione con il Gruppo Folkloristico di Barigazzo. E’nata una bella amicizia tra noi e gli abitanti di questa piccola comunità, tra cui la famiglia Tazzioli, suonatori e  liutai da generazioni. Questo ci ha permesso di approfondire la conoscenza delle musiche e dei balli di questa bella area sita sull’alto appennino modenese. Tribanda e Gruppo Folkloristico di Barigazzo hanno ridato vita al Caranval d’na volta, carnevale itinerante che si svolge  per le strade e le borgate di Barigazzo.

 

Giorgio:

Infine un’altra persona molto importante nella nostra evoluzione è Maurizio Berselli. Con una clamorosa operazione di imbucaggio, ci auto-invitammo ad una festa a casa sua, che insieme ai suoi Suonabanda, consideravamo una leggenda vivente. In realtà conoscemmo una persona entusiasta di quello che faceva, che non si è mai risparmiata nel tramandarci le sue conoscenze e da allora ci ha sempre coinvolti nei suoi progetti, facendoci fare delle bellissime esperienze.

Tra queste voglio menzionare il Maggio delle Ragazze di Riolunato. Nella notte tra il   30 aprile e il 1 maggio 2019 abbiamo avuto l’immenso piacere di essere tra i suonatori di questa antica tradizione che si svolge ogni tre anni. Questa usanza si perde nella notte dei tempi, ma è più che mai odierna, perché, oggi come allora, aggrega le persone e mantiene unite le comunità montane. 

 

 

Giulia:

Siamo nel 2020, sono passati dieci anni da quando entrammo nel mondo della musica popolare e ne sono passati cinque da quando ci facciamo chiamare Fragole e Tempesta, abbiamo imparato tanto, fatto tantissimi concerti, facendoci le ossa con tante ore come artisti nelle strade e nelle piazze, conoscendo tanti amici e percorso un’infinità di volte la via Emilia, sempre pronti a far festa.

 Scritto a Campaduno, nell’inverno 2019/20 da Giulia Betti e Giorgio Spanos